Il Mentoring, come le relazioni sociali possono dare una svolta alla vostra azienda.
I dipendenti di un’azienda rappresentano il valore più grande, prima ancora delle materie prime o dei prodotti e servizi. Senza la forza lavoro non può esistere nessuna azienda. Le menti brillanti dei collaboratori fanno crescere le realtà lavorative e quindi tutte le aziende devono valorizzare al meglio le loro risorse. Il Mentoring è un progetto che mette al primo posto le persone per sviluppare le loro competenze attraverso la relazione e lo scambio con persone più esperte di loro che possano fungere da guida per insegnare e trasmettere tutta la loro competenza.
Il concetto di Mentoring risale agli anni Ottanta, quando le aziende iniziarono a capire il valore dei propri dipendenti e a decentrare il potere decisionale. Quindi cominciarono a prendere piede iniziative volte a favorire la crescita personale e professionale per lo sviluppo dei manager, attraverso un percorso guidato da una figura già esperta chiamata Mentor. Il Mentoring si conferma una scelta efficace per garantire coesione, flessibilità mentale, inclusione sociale, intuito e capacità di problem solving, tutto grazie ad uno scambio libero che permette alle persone di confrontarsi con figure professionali ben formate.
Il Mentoring, è uno scambio di menti, un apprendimento reciproco, un’evoluzione delle competenze.
Con l’avvento della pandemia, il Mentoring è stato molto rivalutato dalle aziende perchè la possibilità di lavorare da casa ha costretto le aziende a formare sempre di più i propri collaboratori, a renderli autonomi e a fidarsi di loro. Le persone in fase di cambiamento si sono adattate grazie all’uso di piattaforme di comunicazione on-line. Quindi abbiamo da un lato il Mentor, la persona esperta con anni di esperienza che fa da guida all’altra identificata come Mentee, più giovane e inesperta, per ruolo ed età, ma che ha tanto spirito d’iniziativa e voglia di crescere. Ma come funziona nella pratica? Il Mentor nel ruolo di modello di competenze, costruisce un rapporto con il Mentee all’interno del contesto lavorativo in cui operano e condivide il suo sapere e le sue competenze acquisite negli anni per accompagnare la crescita del Mentee. Avviene così uno scambio di menti, un apprendimento reciproco, un’evoluzione delle competenze, dell’interpretazione delle cose e del modo di pensare, fino ad arrivare al problem solving.
Dall’Odissea alla Pandemia, il Mentoring è un concetto che parte da lontano ma è sempre più attuale
La storia ci viene incontro quando ci ricorda che il Mentoring ha origini molto lontane. Nell’Odissea Ulisse re di Itaca prima di partire per la guerra di Troia decise di affidare il figlio Telemaco a una guida esperta per la formazione alla successione al trono nel caso della sua scomparsa e affidò suo figlio al compagno d’armi Alcimo. L’obiettivo del Mentor è supportare le persone meno esperte per far in modo che acquistino fiducia in loro stessi e chiarezza degli obiettivi che devono perseguire. Attraverso la comprensione il Mentor deve anche trasmettere la saggezza. Il Mentor non risolve problemi a priori, ma collabora attivamente con il Mentee per trovare il giusto modo di portare a termine un lavoro, basandosi sull’esperienza pregressa. In un contesto culturale e di business aziendale il Mentoring viene sempre più riconosciuto come un’opportunità per integrare la trasmissione di know-how e valori guida con lo sviluppo di competenze e lo sviluppo personale attraverso l’evoluzione della consapevolezza e del modo di pensare.
L’affiancamento di un collega esperto durante il passaggio di consegne, oggi chiamato Mentoring
Nel gergo aziendale lo possiamo definire un affiancamento, che in realtà è sempre esistito ed utilizzato nelle aziende per sostenere avvicendamenti di ruolo e passaggi di consegne per lavoratori spostati su un’altra figura professionale di livello più elevato. Proprio in questi momenti il Mentoring se fatto bene può davvero dare una mano perché durante i cambiamenti può capitare che un dipendente si senta impaurito, scoraggiato e abbia bisogno di interiorizzare le best-practice che lo potranno sostenere nel suo nuovo ruolo aziendale. Sono dei momenti critici, di passaggio che richiedono un adattamento dinamico e lo sviluppo di competenze e atteggiamenti funzionali che se costruiti bene portano a risultati molto importanti.
Ma come si sviluppano i piani di Mentoring in un’azienda?
Si parte dalla selezione delle persone che entreranno a far parte del progetto e che quindi entreranno in gruppi di percorsi formativi, quindi sarà scelto un Mentor per ogni soggetto partecipante. Si organizzeranno così degli incontri o programmi di Mentoring che prevedono l’abbinamento con il professionista delle competenze per un periodo che va dalle 6 alle 8 sessioni della durata di due ore ciascuna, da calendarizzare nel corso di 6-12 mesi. Per ciascun percorso è necessario scandire degli obiettivi di sviluppo da realizzare rilevanti per il Mentee e definiti insieme al Mentor.