Lavoro

Alla ricerca del lavoro dei sogni precariato ’90

Alla ricerca del lavoro dei sogni , precariato, generazione anni ’90. Quando sei piccolo ti dicono che devi studiare se vuoi diventare qualcuno, devi diventare intelligente, fare esperienze, imparare le lingue e non accontentarti del diploma. Devi andare all’università, magari dopo  prendere una specializzazione per diventare un buon medico o un avvocato. Devi fare l’esame di Stato,  iscriverti ad un albo professionale, fare il commercialista o il giornalista e così via. E allora tu ti fidi, fai quello che ti dicono, segui le regole e vai avanti. Magari vorresti fare il barista, l’artigiano, l’attore di Hollywood, lo stilista, lo chef, ma ti dicono che devi pretendere di più da te stesso e allora tu ti fidi e vai avanti. E continui, studi, ti diplomi, ti laurei, poi ti regali con tanti sforzi il tuo sudato master e poi l’abilitazione e alla fine credi di aver raggiunto il tuo obiettivo.

precariato in Italia, alla ricerca del lavoro dei sogni
Precariato, in Italia è sempre più difficile trovare lavoro per la generazione anni 90

La ricerca del lavoro dei sogni, difficile mantenere le aspettative

Alla ricerca del lavoro dei sogni , precariato, generazione anni ’90. All’età di 27 anni, bene o male e sei pronto finalmente per entrare nel mondo del lavoro, ti senti forte, intelligente, capace, competente, hai fatto tutto ciò che ti era stato chiesto e allora inizi a lanciarti nel ricerca del  tuo lavoro dei sogni. Cominci a candidarti dal web, a dare uno sguardo al mercato. Sono tantissimi i  siti che offrono impieghi  e tu non vuoi perdere tempo. Inizi ad inviare la tua candidatura alle più grandi aziende, quelle che dovrebbero darti più sicurezze; prepari e invii il tuo curriculum, la tua lettera di presentazione e aspetti la famosa chiamata

Ore e Ore in attesa della telefonata che ti cambierà la vita

Il telefono diventa il tuo amico inseparabile, e vai nel panico se lo dimentichi a casa, nel caso dovesse arrivare la chiamata tanto attesa.  Poi passa il tempo e qualche cosa si muove, il telefono inizia a squillare ma non è mai per quello che ti aspetti, venditori porta a porta, call center, niente di serio. Ti presenti ad un colloquio senza sapere cosa farai, la mansione non è quasi mai certa…;  ti fanno fare un test d’inglese, uno di logica, uno numerico e un colloquio che sembra più impegnativo dei tuoi tanti esami che hai dato all’università; poi inizia l’interrogatorio, ti chiedono tutto quello che sai fare, quante lingue parli, quanti viaggi hai fatto, quanti figli hai, se ne vorrai, se sei sposato, se hai intenzione di sposarti e quante esperienze di lavoro hai.

Poi ti chiedono come te la cavi nelle relazioni pubbliche, che idee innovative potresti portare all’azienda e perché dovrebbero assumerti

In realtà loro cercano una persona con doti comunicative che possa apportare nuove idee e progetti in azienda, ma non sono ancora convinti di cosa cercano veramente. Una persona con esperienza, senza impegni, disposta a muoversi, ma giovane automunito e possibilmente da assumere con contratto breve. La richiesta ti sembra un po’ eccessiva, ti sforzi di dare il massimo e di accendere la lampadina nella tua testa, ma ti chiedi: “Ma sarà che si aspettano che gli dia l’idea imprenditoriale al colloquio?”. Alla fine ci sono i saluti e la risposta che tanto aspettavi e ormai tanto famosa: ” “Le faremo sapere”, e tu torni a casa convinto di aver fatto comunque un’esperienza, proprio per incoraggiarti da solo!

Ti ringraziano, e ti dicono che ti contatteranno nel caso avranno bisogno.

Carmela Bifolco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *